Chi Paga la Retta in RSA? Differenze tra Quota Sanitaria, Quota Alberghiera e Responsabilità dei Familiari

Quando una persona non autosufficiente viene ricoverata in una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA), emergono numerosi interrogativi su chi debba farsi carico delle spese. La retta di ricovero si divide in due componenti principali: la quota sanitaria e la quota alberghiera, ciascuna con criteri specifici per il pagamento.

1. Differenza tra Quota Sanitaria e Quota Alberghiera

Quota Sanitaria: Include le spese per le prestazioni mediche e sanitarie, come cure e medicinali. Questa parte, che rappresenta circa il 50% del costo complessivo, è coperta dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) tramite le ASL, indipendentemente dalla situazione economica del paziente.

Quota Alberghiera: Copre vitto, alloggio e servizi quotidiani (pulizia, lavanderia, ecc.). Questa parte è a carico dell’assistito e, in caso di difficoltà economiche, può essere in parte coperta dal Comune di residenza, in base all’ISEE socio-sanitario.

2. Responsabilità di Pagamento e Possibili Scenari

Invalido al 100% e Non Autosufficiente: Se l’assistito è totalmente non autosufficiente e invalido al 100%, né lui né i familiari sono obbligati a pagare la retta alberghiera. Le spese per l’assistenza devono essere totalmente a carico del SSN, come stabilito da diverse sentenze (es. Tribunale di Verona, 2013).

Assistito senza Mezzi Economici: Se il paziente è indigente, con ISEE nullo o ridotto, e quindi incapace di sostenere la quota alberghiera, questa può essere coperta dal Comune di residenza. I Comuni valutano il contributo in base alla situazione economica del paziente, senza poter richiedere un obbligo di pagamento ai familiari.

Familiari e l’Obbligo di Pagamento: Secondo la legge italiana, i familiari non hanno obblighi legali di coprire le spese della quota alberghiera per i parenti ricoverati in RSA, a meno che non firmino volontariamente una promessa di pagamento. La normativa attuale e le sentenze di riferimento chiariscono che, per i ricoverati con gravi disabilità o ultrasessantacinquenni non autosufficienti, il Comune non può richiedere pagamenti ai familiari.

3. Quando i Familiari Sottoscrivono una Promessa di Pagamento

Al momento del ricovero, alcune RSA richiedono ai familiari di firmare una promessa di pagamento. In tal caso, i familiari diventano co-obbligati volontariamente per la quota alberghiera. Tuttavia, senza tale impegno scritto, la legge stabilisce che le responsabilità finanziarie si limitano al paziente o, in assenza di risorse, al Comune.

Conclusioni

La gestione dei costi di una RSA può risultare complessa e dipende da vari fattori, tra cui il livello di autosufficienza e la situazione economica del paziente. Comprendere questi aspetti e le possibilità di intervento del Comune può essere utile per evitare oneri impropri sui familiari, garantendo che le spese siano sostenute in conformità con il quadro normativo.

Commenti

5 risposte a “Chi Paga la Retta in RSA? Differenze tra Quota Sanitaria, Quota Alberghiera e Responsabilità dei Familiari”

  1. Avatar Maria Rosa Bernardinello
    Maria Rosa Bernardinello

    Sono una mamma di un ragazzo autistico non autosufficiente e con 0 Euro di ISEE, invalidità al 100 per 100, ebbene, Io sono costretta a pagare l’intera quota socio alberghiera!!! il comune è quello di Rovigo che si è fatto un modello che va’ contro la legge perché invece di pagare per intero la quota alberghiera dice a me che devo compilare il suo modello e firmarlo per avere diritto ad una sua compartecipazione quando invece la legge dice che nel caso di mio figlio è lui che dovrebbe pagare tutta la quota!!!! Questo è quello che dice la legge ma io a quanto pare mi devo trovare un avvocato per fare valere i miei diritti quando CI SONO LE LEGGI!!!! È una vera VERGOGNA!!! vorrei sapere voi cosa ne pensate!!!! Grazie
    MARIA ROSA

    1. Avatar Avv. Matteo Bertocchi

      Gentile lettrice,

      la situazione che descrive è sicuramente complessa e comprensibilmente fonte di grande frustrazione. Cercherò di offrirle alcune considerazioni basate sul quadro normativo attuale.

      Secondo quanto previsto dalla normativa vigente, per persone non autosufficienti con invalidità al 100% e reddito pari a 0, i Comuni non possono richiedere ai familiari di coprire le spese della quota alberghiera. In questi casi, l’intera quota dovrebbe essere sostenuta dal Comune, senza necessità di ulteriori impegni da parte della famiglia. Il principio è che il diritto alla salute e all’assistenza non può essere subordinato a procedure che contrastino con le leggi vigenti.

      Se il Comune richiede la compilazione di un modulo per la compartecipazione, è importante verificare se tale procedura rispetta le leggi nazionali. Forzare i familiari a sottoscrivere un impegno potrebbe configurarsi come un comportamento non conforme alla normativa. La legge stabilisce chiaramente che il Comune non può rivalersi sui familiari in situazioni come quella che descrive.
      Possibili azioni:
      • Richiesta formale: Le consigliamo di inviare una richiesta formale al Comune di Rovigo per chiarire i motivi del loro modello e per verificare se si tratta di un atto conforme alla legge.
      • Ricorso legale: Se il Comune persiste nel richiedere il pagamento e il modello non è conforme, è possibile richiedere un parere legale per verificare come far valere i diritti di suo figlio.

      Se desidera, il nostro studio è disponibile per offrirle una consulenza specifica e per assisterla nella tutela dei suoi diritti. Riteniamo importante che ogni famiglia possa contare su un’applicazione corretta delle leggi esistenti, specialmente in situazioni di vulnerabilità.

      Rimaniamo a sua disposizione per ogni ulteriore chiarimento.

  2. Avatar Riccardo Biancotti
    Riccardo Biancotti

    Buonasera, mia madre è affetta da morbo di Alzheimer, è invalida al 100%, ha la 104 e l’accompagnamento, non è più autosufficiente, in questo momento per la rottura del femore è allettata, noi risediamo in Toscana, mi dicono che l’inserimento in una struttura convenzionata per un lungo periodo non è possibile poichè la Regione contribuisce alle spese con vaucher solo per degenze di breve periodo, però da quello che ho capito mia madre non sarebbe tenuta a pagare nessuna retta e non capisco perchè è così difficile l’inserimento. L’alternativa sarebbe una struttura privata, ma non riusciremmo a coprire i costi.
    Grazie

    1. Avatar Avv. Matteo Bertocchi

      Gentile lettrice,

      grazie per la Sua segnalazione. Sua madre, in quanto invalida al 100%, con Legge 104 e indennità di accompagnamento, ha diritto a cure sanitarie continuative che, secondo legge e giurisprudenza, devono essere interamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale, anche se erogate in RSA.

      Il sistema dei voucher adottato dalla Regione Toscana non può limitare tale diritto, soprattutto in caso di non autosufficienza grave e permanente. Se l’ASL o il Comune negano l’inserimento in struttura convenzionata per il lungo periodo, riteniamo fondamentale richiedere un diniego motivato per iscritto.

      Restiamo a disposizione per l’approfondimento o l’assistenza.
      Cordialità.

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