
Il diritto alla pensione di reversibilità è un tema di grande interesse e complessità, soprattutto quando si verifica il decesso di un coniuge divorziato. Spesso ci si domanda: in caso di divorzio, l’ex coniuge ha diritto alla pensione di reversibilità? La risposta è affermativa, ma con alcune condizioni specifiche che devono essere rispettate.
Cos’è la pensione di reversibilità?
La pensione di reversibilità è una prestazione economica erogata dall’INPS in favore dei familiari superstiti del pensionato deceduto, il cui scopo è garantire una continuità economica anche dopo la sua morte. Tra i beneficiari di tale prestazione, oltre al coniuge superstite, possono rientrare anche gli ex coniugi in alcune circostanze.
L’accesso alla pensione di reversibilità per l’ex coniuge divorziato
L’ex coniuge può avere diritto alla pensione di reversibilità a determinate condizioni, stabilite dalla legge n. 898/1970 (Legge sul divorzio), come modificata dalla legge n. 74/1987. I criteri principali sono i seguenti:
1. L’ex coniuge deve essere titolare di un assegno divorzile
Il diritto alla pensione di reversibilità scatta se, al momento della morte dell’ex coniuge, il soggetto divorziato stava già ricevendo un assegno divorzile. Questo assegno rappresenta un criterio fondamentale poiché dimostra la condizione di necessità economica dell’ex coniuge.
2. Il matrimonio deve essere durato almeno tre anni
Una condizione fondamentale per poter ottenere la pensione di reversibilità è che il matrimonio tra i coniugi sia durato almeno tre anni prima del divorzio.
3. Non deve essersi risposato
Un’altra condizione per il diritto alla pensione di reversibilità è che l’ex coniuge superstite non si sia risposato. In caso di nuovo matrimonio, il diritto alla pensione di reversibilità decade definitivamente.
Divisione della pensione di reversibilità tra coniuge superstite e ex coniuge
Nel caso in cui il defunto avesse un nuovo coniuge al momento della morte, la pensione di reversibilità sarà ripartita tra il nuovo coniuge e l’ex coniuge. In questi casi, la legge non stabilisce una quota fissa per ciascuno dei beneficiari. Sarà il giudice a stabilire le proporzioni della ripartizione, tenendo conto di diversi fattori, tra cui:
• La durata dei rispettivi matrimoni.
• Le condizioni economiche dei coniugi superstiti.
L’influenza delle condizioni economiche
Le condizioni economiche dell’ex coniuge possono influire sull’ammontare della pensione di reversibilità. Se, ad esempio, l’ex coniuge ha una propria fonte di reddito significativa, il giudice potrebbe decidere di attribuire una quota minore rispetto a quella spettante al coniuge attuale. L’idea alla base di tale ripartizione è di garantire un’equa distribuzione delle risorse a coloro che ne hanno effettivamente bisogno.
Domanda per la pensione di reversibilità
L’ex coniuge ha il diritto di presentare domanda all’INPS per ottenere la pensione di reversibilità al momento del decesso del pensionato, purché siano soddisfatte le condizioni sopra elencate. L’INPS valuterà la richiesta in base alla normativa vigente e alla documentazione fornita.
Conclusioni
In caso di divorzio, l’ex coniuge può aver diritto alla pensione di reversibilità, purché siano rispettate specifiche condizioni. Questo diritto rappresenta una forma di tutela economica, ma è subordinato a criteri ben definiti dalla legge. È fondamentale, quindi, verificare con attenzione la propria situazione e, se necessario, rivolgersi a un consulente legale per avere un quadro chiaro dei propri diritti.
Se desideri ulteriori informazioni o hai bisogno di assistenza per presentare una domanda di pensione di reversibilità, il nostro studio legale è a tua disposizione per offrirti il supporto necessario.
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