Cosa fare in caso di comproprietà di un immobile fatiscente?

La comproprietà di un immobile fatiscente, il quale si trova in stato di degrado o di abbandono, rappresenta una situazione complessa che coinvolge questioni non solo economiche e sociali bensì anche legali. Questa condizione non crea difficoltà unicamente per i comproprietari, che spesso trovano ostacoli nella gestione dell’immobile, ma può anche generare problematiche per il contesto urbano, influendo sulla sicurezza pubblica e sul decoro dell’area circostante.

In questo articolo, esploreremo i principali aspetti della comproprietà di immobili in rovina, le normative italiane in merito e alcune soluzioni per gestire al meglio questi casi.

Problematiche principali

  1. Ristrutturazione e messa in sicurezza: Gli immobili in stato di degrado richiedono spesso interventi urgenti per evitare rischi di crollo o di danneggiamento a cose o persone. Tuttavia, i costi di ristrutturazione o di messa in sicurezza possono essere molto elevati, e non tutti i comproprietari potrebbero avere la disponibilità economica o la volontà di affrontare tali spese.
  2. Spese Condominiali e tributarie: Gli immobili in comproprietà richiedono il pagamento di spese condominiali (quando applicabili) e imposte locali, come l’IMU e la TARI, che devono essere ripartite tra i proprietari. Nel caso di immobili fatiscenti, il mantenimento dell’immobile potrebbe rappresentare una spesa sproporzionata rispetto al valore residuo del bene, portando alcuni comproprietari a rifiutare di sostenere le spese.
  3. Impossibilità di vendere: L’immobile fatiscente può risultare di difficile vendita, in quanto spesso richiede interventi di recupero onerosi, che possono scoraggiare potenziali acquirenti. Inoltre, la necessità di ottenere l’accordo di tutti i comproprietari per vendere l’immobile o per approvare interventi di ristrutturazione può bloccare l’intera operazione.
  4. Disaccordi tra comproprietari: La gestione degli immobili in comproprietà può essere complicata in presenza di disaccordi tra i comproprietari, che possono avere idee diverse sull’uso dell’immobile (vendita, ristrutturazione, affitto) o sulla distribuzione dei costi di gestione. Questo può portare a lunghi contenziosi legali, aggravando la situazione.

Normativa italiana

In Italia, la gestione della comproprietà immobiliare è regolata dal Codice Civile, il quale stabilisce i diritti e i doveri dei comproprietari nonché le modalità di amministrazione degli immobili soggetti a tale regime.

  1. Diritto di Scioglimento della Comproprietà: Secondo l’articolo 1111 del Codice Civile, ogni comproprietario ha il diritto di chiedere lo scioglimento della comunione, che può avvenire tramite divisione materiale o, se non possibile, tramite vendita all’asta del bene. Questo diritto può essere esercitato anche nel caso di immobili fatiscenti, purché sia possibile una divisione in natura o si raggiunga un accordo per la vendita.
  2. Interventi Urgenti: L’articolo 1105 del Codice Civile prevede che, se uno dei comproprietari non è d’accordo su un intervento necessario (come una riparazione urgente), gli altri comproprietari possono procedere comunque e, successivamente, richiedere la ripartizione delle spese. Tuttavia, per interventi di maggiore entità, come una ristrutturazione totale, è solitamente necessario il consenso unanime di tutti i comproprietari.
  3. Obblighi di Messa in Sicurezza: Le normative comunali e nazionali spesso impongono l’obbligo di mantenere gli immobili in condizioni di sicurezza per evitare rischi di crollo o di altri incidenti. Se l’immobile rappresenta un pericolo, le autorità locali possono intimare ai comproprietari di eseguire lavori di messa in sicurezza, pena l’intervento diretto dell’amministrazione comunale, che potrà poi chiedere il rimborso delle spese.
  4. Incentivi e Agevolazioni Fiscali per la Ristrutturazione: Negli ultimi anni, il governo italiano ha introdotto incentivi fiscali per incoraggiare la ristrutturazione degli immobili fatiscenti, come l’Ecobonus e il Bonus Facciate, che possono aiutare a ridurre il costo degli interventi. Tuttavia, per usufruire di queste agevolazioni, è necessario che i comproprietari siano d’accordo sull’intervento.

Possibili Soluzioni per la Gestione di Immobili Fatiscenti in Comproprietà

  1. Accordo per vendita : Una soluzione efficace può essere quella di cercare un accordo tra i comproprietari per vendere l’immobile. La vendita può permettere di evitare le spese di ristrutturazione e mettere fine alla comunione. Tuttavia, è spesso necessario un mediatore o un consulente legale per facilitare l’accordo e risolvere eventuali divergenze.
  2. Divisione del bene oggetto di disputa: Nei casi in cui è possibile dividere l’immobile, i comproprietari possono procedere alla separazione delle unità immobiliari, assegnando a ciascuno una porzione. Questo può permettere a ciascun proprietario di gestire la propria parte in autonomia o di venderla separatamente.
  3. Soggetti terzi: Se i comproprietari non hanno intenzione di sostenere i costi di ristrutturazione, possono valutare la possibilità di concedere l’uso dell’immobile a terzi, come cooperative edilizie o enti che si occupano di recupero urbanistico. In cambio della gestione e della ristrutturazione, il gestore ottiene l’uso dell’immobile per un certo periodo.
  4. Ricorso al Giudice per lo scioglimento della comunione: In caso di disaccordo totale e persistente, è possibile ricorrere al giudice per chiedere lo scioglimento giudiziale della comunione. In questo caso, l’immobile può essere venduto all’asta, e il ricavato suddiviso tra i comproprietari. Questa è una soluzione estrema che comporta però tempi lunghi e spesso riduce il valore di realizzo.

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