
Nel diritto civile, un tema di grande rilievo è quello degli atti emulativi, ovvero quegli atti che, pur essendo formalmente legittimi, risultano compiuti con il solo scopo di arrecare danno o disturbo ad altri. Il concetto di “atto emulativo” nasce dall’esigenza di bilanciare l’esercizio dei diritti soggettivi con il rispetto dei principi di buona fede e correttezza, valori fondamentali che regolano i rapporti tra privati in una società giuridicamente organizzata.
Analisi dell’istituto
Gli atti emulativi trovano il loro fondamento giuridico nell’art. 833 del Codice Civile italiano, il quale dispone che: “Il proprietario non può fare atti i quali non abbiano altro scopo che quello di nuocere o recare molestia ad altri”. Questo articolo si inserisce nel contesto più ampio delle limitazioni all’esercizio del diritto di proprietà, sancendo un divieto per il titolare di tale diritto di abusarne con l’intento di danneggiare un terzo.
Da questa norma emerge che l’atto emulativo si distingue per due elementi fondamentali:
- L’esercizio formale di un diritto: si tratta di atti che, in apparenza, rientrano nelle facoltà riconosciute al titolare di un diritto (ad esempio, il diritto di proprietà).
- L’intenzione di arrecare danno, il c.d. animus nocendi: l’atto deve essere compiuto con l’unico scopo di nuocere, senza che vi sia un interesse legittimo o una ragione utile alla base del comportamento.
Un esempio classico di atto emulativo può essere quello di un proprietario che eriga un muro altissimo al confine del proprio terreno con l’unico scopo di bloccare la luce naturale che entra nelle finestre del vicino, senza che tale muro abbia una reale utilità per chi lo costruisce. Formalmente, il proprietario esercita un suo diritto (quello di costruire sul proprio terreno), ma lo fa esclusivamente per arrecare un pregiudizio ad altri, senza una finalità utile o legittima.
Altri esempi possono includere:
- La deviazione di un corso d’acqua al fine di inondare o rendere impraticabile il terreno confinante.
- Il piantare alberi o siepi vicino al confine per ostruire la vista del vicino, senza altro scopo se non quello di causare disagio.
- Emettere odori o rumori senza ragione utile ma solo per disturbare la quiete altrui.
Quali sono le conseguenze circa il compimento di un atto emulativo?
Le azioni emulative possono essere impugnate in sede giudiziaria, con il giudice che può intervenire per far cessare l’atto e, in alcuni casi, ordinare il risarcimento del danno subito dalla parte lesa. Tuttavia, la prova dell’intenzione maliziosa o vessatoria non è sempre facile da dimostrare. È necessario infatti che chi agisce fornisca elementi concreti che dimostrino la volontà del soggetto di arrecare danno senza alcuna utilità per sé.
Un ulteriore problema che si presenta spesso nelle cause sugli atti emulativi riguarda la valutazione del confine tra esercizio legittimo del diritto e comportamento abusivo. Non sempre è semplice stabilire quando un atto sia espressione di un legittimo interesse del titolare del diritto e quando, invece, si configuri come un abuso.
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