Cartella esattoriale e motivazione

Con l’ordinanza n. 8934 del 2014, la Corte di Cassazione Civile ha ribadito un principio fondamentale inerente alle cartelle esattoriali, già affermato con la precedente sentenza n. 26330 del 2009.

Secondo la Suprema Corte, la cartella esattoriale deve essere sempre motivata in modo che il contribuente che la riceve possa conoscere in modo chiaro e preciso le ragioni alla base di detta cartella, e possa di conseguenza impugnarla tempestivamente innanzi alle Commissioni Tributarie.

Viene infatti stabilito che “l’obbligo di una congrua, sufficiente ed intellegibile motivazione non può essere riservato ai soli avvisi di accertamento della tassa (per i quali tale obbligo è ora espressamente sancito dall’art. 71 comma secondo bis del D.Lgs 15 novembre 1993 n. 507), atteso che alla cartella di pagamento devono ritenersi comunque applicabili i principi di ordine generale indicati per ogni provvedimento amministrativo dall’art. 3 della Legge 7 agosto 1990 n. 241, ponendosi, una diversa interpretazione, in insanabile contrasto con gli artt. 3 e 24 Cost., tanto più quando tale cartella non sia stata preceduta da un motivato avviso di accertamento” (Cassazione, 26330/09).

Ne consegue che, quando la cartella esattoriale è il primo atto che il contribuente riceve, questa deve contenere motivazioni specifiche e dettagliate e non solo meri riferimenti normativi generici.

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